giovedì 30 dicembre 2010

25 ANNI E .........

Prima di tutto devo fare un grandissimo ringraziamento a mia nipote Ilaria che ha corretto il materiale che gli avevo mandato e lo ha messo nella maniera migliore

Un consiglio ho messo questa colonna sonora se la volete sentire mentre leggete il post le note di questa colonna sonora mi hanno accompagnato all'arrivo della mia ultima maratona

http://www.youtube.com/watch?v=UV5SoUQutSw




I miei primi 25 anni di corsa

Sono passati quasi 25 anni da quel 16 febbraio 1986. La mia prima gara podistica, allora quasi 25enne, a Oste di Montemurlo per la Scarpinata del Piedone. I podisti di lunga data la ricorderanno, non era una gara bellissima con tutti quei vialoni, ma io c’ero affezionato, poiché per me fu la prima. Purtroppo ora non esiste più, come del resto è accaduto con tante altre cancellate dai calendari: una su tutte, qui in Valdinievole, la corsa del Rinascita a Monsummano.

Ho corso tanti chilometri in gara quasi 15mila a fronte di oltre 1.200 gare festeggiate recentemente in quel di Valenzatico. Una tra quelle a cui sono più affezionato, tanto che due anni fa mi arrabbiai quando per problemi fisici non potei parteciparvi. Mentre nel 2005 al rientro da una frattura all'alluce, decisi, comunque, di portare al termine la corsa a Valenzatico, anche se con pochissimo allenamento nelle gambe.

Perché parlarne ora a fine anno di questi 25 anni e non a febbraio prossimo? Il motivo è che il 31 dicembre finisce la mia stagione da assoluto. Come dice il mio compagno di squadra Luchino, ho una certa età. Dunque, anche se gli anni li compio a ottobre, dal 1° gennaio 2011 diventerò "veterano" o forse "vecchietto", parafrasando l’appellativo con cui mi chiamò Annapaola nel giorno del mio compleanno.

E allora parliamo di questi 25 anni passati tutti nella “mia” squadra, il GP MASSA E COZZILE, senza quella sigla che la burocrazia ha fatto, poi, aggiungere.

Dal guardrail “galeotto” ai traguardi tagliati, la fatica delle maratone

Nei primi anni devo ammettere che c’era molta incoscienza e pochi allenamenti, correvo così come veniva: a ottobre 1993 decisi che potevo fare la maratona e l'affrontai con una sufficienza e una superbia incredibile, presi una di quelle legnate che ci si ricorda per sempre. Non mi dilungherò in racconti particolari, basti sapere che al 37° mi ero messo a sedere su un guardrail sul ponte che unisce Mestre a Venezia e se non fosse stato per Stefano ero sempre lì. Chi vuole altri particolari, domandi a lui, a me è rimasto soltanto un ricordo molto sfuocato di quel giorno.

La lezione servì a tal punto che l'anno successivo con allenamento e molta più umiltà portai a termine in maniera decente la Maratona sempre a Venezia, provando delle sensazioni stupende, mai più riprovate nelle restanti successive 7 maratone portate a termine. Emozioni fortissime, soprattutto, dal famoso guardrail all'arrivo.

Dopo le due volte a Venezia, ho provato anche altre maratone il Mugello, Cesano Boscone ben 2 volte nel 1995 e nel 1998, una terza volta a Venezia nel 1996 e Livorno quindici giorni dopo. Poi i due percorsi emiliani, forse quelli più a misura d'uomo, Ferrara nel 2000 e Carpi nel 2001, dove ho chiuso con le maratone firmando il mio personale di 3h16'47". Non un tempo eccelso, ma non essendo adatto a questa competizione, credo rappresenti anche il mio limite.

Ora ritengo che le maratone siano diventate un business per chi le organizza e una moda per chi le fa e i risultati si vedono soltanto fra gli atleti di alto livello. Insomma c'è la partecipazione in massa, ma non la qualità.

Credo che la corsa debba essere affrontata con entusiasmo, con rispetto e con l'allenamento. Ma come dico spesso “è un giochino bello ma se non ti alleni...”. Ecco perché da dopo la prima maratona ho iniziato a tenere un agenda in cui ho riportato tutto: dagli allenamenti alle gare, dalle sensazioni ai compagni di allenamento.

Gli avversari, i compagni di squadra, gli amici

La corsa mi ha permesso di conoscere posti che mai avrei conosciuto, ma soprattutto uomini e donne, amici e compagni, con cui posso aver condiviso pochi metri o tanti chilometri. Quello che è particolare è che la corsa rende tutti uguali nel condividere la fatica, ma anche la gioia di un risultato ottenuto, ognuno partendo coi suoi limiti. Da tanti anni ricevo le iscrizioni di quella che considero la “mia” gara anche se non l'ho mai disputata "Il Ghibellino", una delle più belle e più dure della Toscana, forse una delle più affascinanti. Ed è proprio in questa gara, con mio gran piacere, che ormai spesso gli altri podisti mi identificano.

Tornando alle persone conosciute, ce ne sono tantissime di ogni estrazione sociale, ma fra tutte mi piace ricordare due: Claudio Simi "il cavaliere", uno di quelli fortissimi, ma con l'umiltà di una persona semplice con cui ho avuto il piacere di allenarmi sul mio giro di 16 e qualche volta di aver gareggiato anche fianco a fianco (naturalmente quando lui non si impegnava!) e Gianna Secci, fra noi è nata una specie di sfida bonaria, ma che spesso serve a dare verve a una corsa. Ripensare, poi, che la nostra amicizia è nata da una mia “gufata” verso una terza persona è tutto dire.

In tanti anni nella mia squadra sono passate tante persone, con alcuni ho legato di più con altri di meno, come accade anche nella vita. Ci sono stati, comunque, dei compagni di squadra che mi hanno sempre sopportato, da Rinaldo, che mi ha trascinato nella mia prima gara, a Marino il "Presidente" ­– ecco proprio su Marino mi viene da fare una battuta che a distanza di anni vorrei poter dire al primo presidente che ho trovato, vorrei dirgli "Noi siamo sempre qui e te?" –, il già citato Stefano anche lui prossimo al traguardo dei 25 anni visto che abbiamo iniziato assieme, Sergio l'unico vero "massese" e il Mace un atleta con la A maiuscola, ma con una semplicità che poche persone hanno e che io considero un pregio. E poi c'è anche chi molto più giovane di me, ho trovato lì che era ancora una bambina e so che non si offende se ancora oggi la definisco così, vero Erica?

Anche se ha ripreso soltanto da poco gli allenamenti, Simone o Simo come lo chiamo io, è un altro con cui ho molto legato. Con lui ho fatto molti allenamenti, una gara a coppie, una maratonina dove lui stabilì il suo personale e soprattutto una staffetta ad Antraccoli dove eravamo in squadre diverse, ma facemmo la stessa frazione di 4,300 km dove entrambi stabilimmo il nostro miglior tempo tirando la gara ognuno al massimo delle sue possibilità con tanto di volata finale fianco a fianco senza mai sapere chi era arrivato davanti, dopo il cambio ci abbracciammo anche se fino a pochi secondi prima eravamo avversari.

Ci sono poi i compagni di squadra, arrivati dopo di me nel Gp, e con cui ho, comunque, legato da Luciano Nic a Luciano G all'altra già citata Annapaola e al pestifero Luchino, tutti questi hanno mostrato una grande determinazione nell'ottenere risultati, tanto da farmi ricredere sulle loro potenzialità umane.

Un legame di amicizia e non solo si è creato, poi, con tre amici li cito in ordine alfabetico Antonietta, Marco e Michele.

Ad Antonietta devo il mio miglior piazzamento in una gara, secondi in una gara a coppie a Prato sfiorando la vittoria. Ma i piazzamenti non sono tutto. Quello che c'è tra noi due è un feeling particolare, dato dalle tante volte ci siamo allenati assieme, dalle chiacchierate, dalle discussioni e a volte confidenze reciproche. Come si dice un’Amica a tutto tondo.

Marco o meglio Marchino, ormai l'ho ribattezzato così, non è da tanto che si è instaurato un rapporto più stretto, fino a un anno fa era un compagno più giovane e niente di più. Poi mi ha chiesto di potersi allenare con me e dopo poco meno di un mese mi ha domandato di fargli da allenatore. Una richiesta che all'inizio mi ha spiazzato, poi pian piano mi sono cercato di calare in questa nuova dimensione, cercando di conoscere la persona prima che l'atleta. E a distanza di tempo devo dire che in lui rivedo il Daniele di tanti anni fa, credo che basti questo.

Quanto a Michele sono passati oramai 4 anni da quando mi chiese una volta se poteva venirsi ad allenare con me. Non so più quante volte sia venuto a farlo, diciamo che ci conosciamo, forse meglio, di quanto conosciamo noi stessi. Ricordo due anni fa quando passai un periodo in cui ero alle prese con problemi muscolari e riuscii comunque a mantenere una forma accettabile, grazie a Michele che preparava la maratona. E alla fine di un allenamento di velocità fu Michele stesso a dirmi senza che gli avessi chiesto niente "Ti ho finalmente rivisto correre da Daniele". Insomma Michele è Michele, credo che a lui basti questo per definirlo.

Fra le tante persone che ho avuto il piacere di conoscere vorrei ricordare tre persone il Biggi, un simpatico vecchietto morto mentre correva a una gara con il sorriso sulle labbra, Alfio Balloni podista fiorentino morto in un incidente stradale con il quale ho condiviso diverse gare e Aldo Benvenuti anche lui prematuramente scomparso, di lui devo ricordare una marea di foto che mi ritraggono ora contento ora sofferente, un abbraccio a tutti e tre.

Ho fatto in tutti questi anni tante corse come dicevo all'inizio e tanti mi hanno detto che ho un grosso limite: quello di non riuscire a dare tutto in gara. Forse è vero, o forse semplicemente ho una lampadina che mi dice di non superare un certo limite. E questo però mi ha permesso di correre per tanti anni, non come tanti che hanno gareggiato per poco tempo. Forse rendo più in allenamento che in gara, anche se ultimamente Anto dice che sento molto meno la gara e corro più tranquillo.

Mi sono comunque tolto molte soddisfazioni, compresa quella di vincere una gara con la mia squadra nel 1997 la dodici per un'ora in pista ad Agliana: ero uno di quella "magnifica dozzina" e fu una soddisfazione immensa, ma anche diverse gare in cui ho avuto delle sensazioni stupende, su tutte Valenzatico 2000, ricordi Gianna? E Vinci 2008 con una gara corsa sempre al limite, o sempre nel 2008 la maratonina di Pistoia ritornando a correre forte come non succedeva da tanto tempo. Anchione 2009 corsa con una caviglia in disordine e comunque fatta benissimo, ma un capitolo particolare è quello di 3 gare dove ho corso per gli altri. La prima l’11 ottobre 2009 alla maratonina di Pisa, dove ho aiutato Luchino a fare il personale, la seconda il 1° novembre 2009 nella maratonina di Agliana ho trascinato al personale Anto e Marco. Ho fatto altre volte il pacer ufficiale ma la felicità provata e i grazie dei miei compagni sono stati indimenticabili. La terza corsa è stata a Pisa il 10 ottobre di quest’anno. Anche in quell’occasione rivestivo il ruolo del pacer con Anto, Michele e Marco: aver tre amici e compagni di squadra assieme e fargli da capitano – Rinaldo mi permetterà di avergli rubato il ruolo per una volta – è stato speciale anche perché mi hanno dimostrato che la fiducia nei loro confronti era ben riposta.

In questi 25 anni ci sono stati anche periodi non belli, dai vari problemi con la schiena che mi hanno portato all'inattività, alla frattura all'alluce destro 5 anni fa dalla quale sono comunque sempre ritornato a correre ai miei livelli. Ho avuto anche io persone che mi hanno aiutato consigliandomi con gli allenamenti, seguendo più o meno tabelle, quello che devo ringraziare di più è Rinaldo che visto che mi ha trasmesso i “cromosomi” della corsa è stato quello che mi ha seguito di più e anche adesso è quello a cui chiedo ancora consigli. Ma non posso dimenticarmi di Luca Panichi alias Cannone, che mi ha riportato a quasi 50 anni a livelli ottimali, facendomi soprattutto ricredere sul mio tallone d'Achille la salita. Un rapporto particolare è quello, poi, con Piero Giacomelli che oltre che a consigliarmi sugli allenamenti, mi ha immortalato con le sue foto dal 2004 in poi nelle gare per la toscana, per lui ho anche fatto l'unica eccezione in gara a non aver indosso le varie canotte del GP, ma quelle di pacer.

I 600 metri più incredibili

In questi anni penso di aver avuto l'onore e il privilegio di partecipare a gare, di conoscere persone e posti ma l'emozione più bella è stata una soltanto. Non era una gara. Mi sono trovato a correre lentamente, fra due ali di folla con tanto di guardia del corpo e scorta della Polizia Stradale, era il 15 dicembre 2005 quando con la tuta da tedoforo, gelosamente conservata, ho fatto i 600 metri più belli della mia vita. In mano tenevo la fiaccola olimpica, con la quale ho corso qua vicino, a Borgo a Buggiano sulla statale. Foto, gente che ti toccava, una mamma che mi ha chiesto di dare un bacio alle sue bimbe, il cinque con una marea di gente, automobilisti che ti guardavano con ammirazione e non con il solito disprezzo. Insomma quei 5 minuti sono stati i più incredibili della mia vita da podista, da raccontare come si dice ai nipotini.

Ora lascio gli assoluti con un solo rimpianto, non certo l'età che so benissimo essere un fattore naturale, ma per il fatto che ci sono pochissimi giovani dietro e questo è un brutto segnale per il futuro. Che vorrei per i prossimi 25 anni, mi chiedono in tanti. La mia risposta è semplice: niente di particolare solo stare bene e poter provare le stesse emozioni di questi incredibili venticinque.



martedì 28 dicembre 2010

BELLE SENSAZIONI

Dopo più di un mese rimetto il cartellino anche se per una non competitiva a Monsummano Terme, gara fatta anche lo scorso anno, dovevamo fare un allenamento di gruppo, ma quando stavo per partire con il resto del gruppetto ecco arrivare Marco e allora decido di aspettarlo anche se deve ancora parcheggiare, insomma partiamo circa 10 minuti dopo gli altri con Fabio nel frattempo arrivato.

Partiamo soft anche se il primo pezzo è molto frastagliato con continue salitelle e discese, poi alla fine prendiamo la strada per Pozzarello, nei giorni precedenti avevo detto a Marco forziamo le salite e tranquillo il resto, al termine di quel rettilineo si va a prendere la strada che porta a Montevettolini, una delle salite più belle che abbiamo qui nella zona, non dura ma continua lunga una di quelle che se tieni il ritmo alto ti diverti, alla prima curva cambio ritmo ed inizio a forzare, Marco si incolla alle mie caviglie (strano non ho le scarpe verdi) e allora vedendo che regge continuo cercando di incrementare ogni tanto il ritmo, Fabio purtroppo si stacca penso che visto che faremo la discesa tranquilla avrà modo di rientrare.

Infatti nella discesa che costeggia il podere di Serafino teniamo un ritmo soft ed anche nel tratto che riporta di nuovo al Pozzarello, ma al ristoro vedendo che di Fabio non c'è traccia dopo aver dato noia ad Annapaola e scherzato con il Seghetti ripartiamo di buon passo, sulla salita del Romani un podista mi provoca superandomi e guardandomi, a quel punto mi giro un attimo verso Marco e poi parto regolare ma aumentando in maniera costante, saltando il malcapitato podista e staccandolo, al termine della salita corrichio un po' aspettando Marco e quel podista che mi guarda torvo.

Nella discesa do qualche consiglio a Marco su come affrontare le curve e poi da lì in poi prendiamo un ritmo regolare, chiaccherando fino all'arrivo chiudendo comunque in poco più di 1h 02' a casa scopro che è un minuto meglio dello scorso anno.

Ora domenica recuperiamo la gara non disputata il 19 dicembre, perciò nessuna gara anche se dopo faremo l'allenamento che ormai è diventato una tradizione, la prossima gara la mezza della befana al Borgo sarà la prima gara da Veterano.........................

mercoledì 15 dicembre 2010

5 ANNI FA ....


Sono passati 5 anni 15 dicembre 2005 - 15 dicembre 2010 da quella meravigliosa e divertente corsa più lenta della mia vita, ma anche la più seguita almeno così ad occhio se non ricordo male 500 persone.
Partiamo dall'antefatto a febbraio 2005 per scherzo avevo sul sito della Coca-Cola partecipato e fatto richiesta per fare il tedoforo per le olimpiadi di Torino del 2006, verso settembre mi arrivò una busta dove mi veniva comunicato che ero stato prescelto, poi 15 giorni prima mi arrivò tutta la comunicazione il giorno prescelto era giovedì 15 dicembre 2005, mi veniva spiegato che dovevo essere a disposizione dell'organizzazione dalle 13.30 in poi, perciò presi un giorno di permesso a lavoro, approfittando p
er allenarmi la mattina, facendo un allenamento veloce.
Accompagnato da mio nipote e mio figlio all'ora stabilita ero alla stazione di Montecatini luogo di ritrovo, lì ci vennero date delle spiegazioni alcune per me inutili, molte erano per chi non corre.
Ci venne consegnata la tuta, i guanti e il cappellino, avevo sotto fuseaux e maglia leggera a maniche lunghe anche perchè la tuta era leggerina e la temperatura era freddina non come in questi giorni ma molto vicino.
Non uso i guanti e il cappellino (non li sopporto proprio se ne dispiacerà il mio amico Luca Galligani) e salgo sul pulmino che precede i tedofori insieme ad altri 15, sono il penultimo prima di me, una donna che è in ansia per mille paure, la tranqu
illizzo e quando scende gli dico "ti aspetto, stai tranquilla andrà tutto bene".
E' uno spettacolo vedere tutta la provinciale che unisce Montecatini e Pescia ferma completamente per farci passare noi e quando scendo a mia volta mi accorgo di quanta gente e che atmosfera c'è, sono al centro dell'attenzione mi vengono fatte foto, la gente mi tocca, mi guardano mentre parlo con mia mamma e mia sorella, con il mio dottore che è venuto a vedermi, una signora mi chiede di dare un bacio alle sue
bimbe richiesta che faccio con piacere.
La mia fiaccola è spenta (contiene una bomboletta di gas) fino a quando arriva un agente di Polizia in moto e mi apre la bomboletta, a quel punto vedo arrivare la tedofora precedente che viene tutta contenta e fiera, mi accende la fiamma ed a quel punto posso partire, davanti a me la strada libera, con una moto della Polizia a farmi strada, una guardia del corpo (ho avuto anche quel privilegio) che mi chiede di andare piano e un'altra moto dietro.
Tanta gente lungo la strada, il mio tratto è nel territorio di Borgo a Buggiano, quando arrivo in prossimità della discoteca Full Stop vicino ad un semaforo, vedo una marea di gente, allora chiedo alla guardia del corpo se posso andare a salutare, in quei gi
orni avevano provato a spegnere la sacra fiamma perciò pensavo ad un diniego ed invece quello mi dice fai quello che vuoi, basta tu vada piano.
E' un attimo passo la fiaccola dalla destra alla sinistra e mi accosto sulla destra con la mano aperta per dare il cinque, quanti mi rendono il saluto, mi toccano, mi sfiorano è favoloso, mai avevo avuto una soddisfazione così mentre corro.
Proseguo fino a che vedo l'ultimo di noi gli accendo la fiamma e poi aspetto il poliziotto che mi chiude la bomboletta, posso risalire sul pulmino dove i miei compagni di avventura si congratulano con me per aver fatto come dicono loro uno show.
Ci riaccompagnano alla stazione e siamo finalmente liberi
di tornare alla vita normale ma con un'esperienza incredibile che resterà per sempre.
Cosa rimane a distanza di 5 anni, ne ho parlato con Michele oggi mentre ci allenavamo la tuta conservata religiosamente e non come ho visto fare a qualcuno riducendola ad una tuta qualsiasi e un'esperienza bellissima ed incredibile che penso non ricapiterà più nella mia vita.


domenica 5 dicembre 2010

SENZA PIOGGIA

Stranamente dopo tanto tempo non piove e stamani finalmente è stato possibile correre senza, freddo si è naturale siamo a dicembre, ma non come era domenica scorsa a Firenze per la maratona (secondo il mio modesto parere dovrebbero cambiare data) che anche chi come me era a vedere e non a correre si è bagnato e infreddolito.

Visto che ho deciso in questo periodo di allenarmi e mettere fieno in cascina come si deve fare nel periodo invernale e stamani dopo una settimana di carico di allenamenti, per non farsi mancare niente allenamento a Massarella con in programma 3 giri sul giro di 6 km e 450 metri in saliscendi.

Non ero da solo ma bensì con 8 e dico otto compagni di avventura, Rinaldo-Luchino-Luciano Nick-Anto-Massimo-Fabio-Jo e naturalmente Michelino tornato ieri sera tardi da Pavia, temperatura di -1, il padule è spettacolare con quella nebbiolina che sale dall'acqua, ma bando ai discorsi abbigliamento invernale con fuseaux sotto il ginocchio e maglia a maniche lunghe felpate e naturalmente guanti.

Partiamo tranquilli chiaccherando fino alla salita, lì improvvisamente scende il silenzio per poi riprendere il solito chiacchericcio di quando non si è impegnati, subito dopo. Finiamo il primo giro in 31'42" diciamo che è molto tranquillo rispetto ad altre volte.

Iniziamo il secondo giro con una defezione Fabio si ferma per bisogni fisiologici e allora rallentiamo, ci voltiamo molte volte ma di Fabio nessuna traccia, all'inizio della salita vedendo che non rientra aumentiamo il ritmo, Luchino e Michele decidono che due giri bastano il primo sta riprendendo dopo un periodo no, il secondo sta recuperando in palestra un guaio muscolare e due giri a Massarella sono ottimi, entrambi chiudono intorno ai 30', io e Rinaldo passiamo in 30'33".

Il terzo giro è bello tirato è un piacere correre fianco a fianco a Rinaldo, non un calo sempre costante ritmo alto il passaggio dei vari km è ottimo, sulla salita Rinaldo aumenta prende 10 metri al termine della stessa però rientro è un attimo calato o sono io che ho aumentato, credo entrambi perchè riallunga poco dopo, ma senza cedere poi tanto rimango a 10-15 metri, il passaggio al 5° km è ok continuo a spingere rimanendo alla stessa distanza.

Un ciclista che va nel nostro stesso verso guarda Rinaldo e me varie volte nel tratto che da Massarella porta a Cinelli, quel tratto è insidioso è un falsopiano che non ti da respiro in più hai nelle gambe il resto del giro se poi è fatto a tutta................ quando arrivo al bivio tento l'ultimo attacco ma non c'è niente da fare quei metri rimangono invariati.

Chiudo in 26'55" con Rinaldo qualche secondo avanti, ottimo tempo tenendo conto gli allenamenti fatti e che negli ultimi 8 giorni ho fatto 3 volte quel giro forte Sabato 27 in 26'42 fresco come gambe, giovedì 27'30 da solo con nelle gambe due allenamenti duri 48 e 72 ore prima. Il mio record su quel giro è di 26'33 ma è datato anno 2001 cioè ben 9 anni fa e quando si è alla soglia dei 50 nove anni sono tanti............................