E' qui comunque che si vede come si sta, ritengo che sul pari non si nasconde niente della propria condizione fisica e dopo ieri diciamo che siamo su un buon livello ma c'è ancora da fare ma va bene così siamo a metà febbraio e tutta la stagione davanti.
Mentre ci prepariamo Rinaldo commenta sul numero dei veterani premiati (15) sono pochi ma Daniele ce la può fare dice mentre parla con me, Michele e il Mace, ma è al limite, lì per lì ritengo che abbia detto una battuta sapendo benissimo che sarà quasi impossibile farcela.
Stranamente però quel commento mi ritorna in mente durante il riscaldamento e parto abbastanza deciso tanto che al secondo km vedo non lontano il gruppo di testa, sto tallonando il Mace che è un ottimo punto di riferimento, approfitto anche per fargli gli auguri (63 anni portati magnificamente), ma faccio fatica non riesco a rompere il fiato e se non fosse per Angelo non terrei neanche il ritmo.
A metà circa del percorso ecco la salita, a Prato è conosciuta come la "Salita dei Cappuccini" un muro di circa 300 metri con una pendenza superiore al 20%, la fatica in questo tratto è tremenda ma lo è per tutti nessuno guadagna niente, finito il muro c'è ancora un tratto di saliscendi e lì dico al Mace di andarsene, ma lui borbotta un po' e mi incita a recuperare in discesa, sono molto dubbioso ma come ritorna la pianura ecco che per incanto le gambe iniziano a migliorare e mi metto finalmente davanti come piace a me, il Mace mi lascia fare e quanto è importante la condizione mentale, passano i dubbi di calare di ritmo improvvisamente, ho acquistato fiducia e tranquillità.
Scortato dal Mace che giungerà secondo nella sua categoria, finisco i 17,200 km in 33 secondi meno dello scorso anno e quindicesimo veterano, insomma Rinaldo aveva previsto giusto, abbraccio il Mace veramente contento, tanto che lo speaker si accorge della cosa e ci intervista entrambi.
Insomma quindici su quindici e 4 gare da veterano e 4 rientri a premio mica male come media e stavolta non come a Vinci con la sensazione di cullarsi sugli allori ma lottando dal primo all'ultimo metro con i giusti stimoli e la soddisfazione di aver corso bene.
Forse tutto ciò fa parte del mio carattere, come dice il mio compagno di squadra e omonimo Daniele sono fatto così se la cosa è troppo facile non riesco a trovare gli stimoli giusti o forse non ci metto l'impegno necessario, mentre quando so che non è facile riesco a tirar fuori le unghie.
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